Vi ricordate dell’articolo su quanto costa aprire un beershop ? Si trattava di un paio di considerazioni fatte su un articolo letto su un periodico.
Si direbbe quasi che ci abbiano sentiti, dato che a distanza di qualche mese lo stesso magazine pubblica un articolo sulla attuale tendenza che vede nei Microbirrifici “l’ultima passione degli italiani”. Come nel caso precedente, ci offre lo spunto fare due conti ed analizzare come si possa aprire una attività del genere. Ovviamente ci sono già, in Italia, tanti professionisti che hanno già intrapreso questo progetto e che sicuramente conosceranno l’argomento meglio di noi, ma per gioco proviamo a vedere cosa salta fuori.
Per la precisione i dati numerici sono forniti da Leonardo Di Vincenzo, mastro birraio di Birra del Borgo, quindi credo che siano attendibili. Si tratta sicuramente di cifre indicative e che non vogliono essere regole precise valide in qualsiasi caso, ma servono a darci una idea di massima. Vi cito qui la piccola parte dell’articolo che ci interessa:
Il microbirrificio ha bisogno di 140mq di spazio: 40 per il magazzino dove conservare le materie prime, i restanti per le macchine, l’imbottigliamento e l’imballaggio. E occorre chiedere l’autorizzazione all’Asl e all’Ufficio tecnico di Finanza del Comune per vendere bevande alcoliche. Se, poi, dal semplice microbirrificio si vuole passare al brewpub, il locale dove degustare la birra appena fatta, servono altri 60mq.L’investimento iniziale ammonta a 100.000 €, che si recuperano in 4 anni. All’inizio dell’attività, è un buon segno se si vendono 200 litri al giorno.
( Aggiungo una precisazione io: a chi volesse approfondire l’argomento, comprese regolamentazioni in merito suggerisco la lettura di queste pagine su Mondobirra eMaxbeer )
Il pezzo avvalora l’idea che aprire un micro sia una mossa vincente spiegando che, a differenza di un pub, costa meno ed è una attività che si può svolgere senza dover assumere personale, che si può fare tutto da soli insomma. L’aggiunta dello spazio di degustazione, sempre secondo Leonardo, è da programmare in un secondo momento, dopo aver “ingranato”.
A parte il fatto che nei costi iniziali per cominciare questa attività non vengono presi in considerazione i costi dell’immobile ( Affitto? Acquisto? Mutuo? ), per il resto mi sembrano comunque cifre ottimistiche. Certo, non sto parlando dello spazio ( sebbene anche in quel caso bisognerebbe fare qualche precisazione, come la scelta di non avere un punto di spaccio diretto al pubblico ), ma di impegno economico. Non sono certo un esperto in materia e non mi sono fatto fare preventivi, ma credo che sia molto facile sforare di quei centomila euro indicati. Il mastro birraio dice anche che “ogni realtà artigianale produce dagli 800 ai 1000 ettolitri di birra l’anno“, il che significa se non erro 100.000 litri di birra. Partendo dal presupposto che non tutti i micro hanno impianti da almeno 1000 litri, prendiamone come esempio uno da 500. Per fare 100.000 litri servirebbero 200 cotte all’anno, che tolte un po’ di ferie e qualche festività significa praticamente una cotta ogni giorno lavorativo ( 220 all’anno ). So bene che con un lavoro in proprio non esistono sabati e domeniche, ma so anche che molti micro hanno impianti da 250 litri o anche meno ( 400 cotte l’anno? ). Qualcosa non quadra…
Oltre a voli pindarici sulla quantità prodotta ( gli unici che posso fare ), sono curioso di sapere se qualcuno saprebbe farci i conti per vedere se anche i centomila euro iniziali siano sufficienti o meno. Impianto, strumentazione accessoria, cella frigorifera, un minimo di mobilio, impianti elettrici e idraulici.. eventuali adattamenti strutturali al locale… ci stiamo dentro ?
Sul “si recuperano in 4 anni” non metto bocca, immagino che dipenda dai litri venduti e dal prezzo che il birrificio decide di applicare.. intanto Andrea ha pubblicato un interessante articolo appunto sul prezzo della birra, se volete dare una occhiata.
Se qualcuno può aiutarci con questi conti ben venga, personalmente sono molto curioso
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