Anche se non sembrerebbe, siamo quasi a Giugno e quindi la stagione “calda” sta per cominciare. Forse. Comunque sia mi sembra giusto fare un po’ di riti propiziatori e quindi provo a rievocare l’appuntamento con le birre di frumento, chissà che non aiuti Premesso che questa volta ho messo insieme alcune note prese diverse settimane fa ( quindi faccio affidamento sulla mia memoria, la scorsa volta è stata ad ottobre ), ecco una terza carrellata di weizen che si possono trovare sui nostri scaffali. Ta-daa !:
Hopf Helle Weißbier
Via, partiamo subito con una bella sorpresa: una birra molto chiara, velata con una schiuma bianca persistente che mi ha stupito per la leggerezza e il finale secco e con un naso piuttosto votato alla frutta bianca. Dopo la weizen russa Baltikache secondo me ricordava il melone, in questa Hopf ho sentito tanta pera. Insomma, devo ammettere che questi profumi un pochino fuori dai soliti binari non mi dispiacciono affatto. Curiosa.. e dissetante
Kapuziner Weißbier
Nome famoso, certo… ma come tante altre volte io arrivo tardi e ho provato questa birra dopo averla vista e sentita nominare spesso. Risultato? Forse la paragonerei alla Maisel, per il suo carattere più intenso dimostrati dal forte profumo “bananoso” dato dal lievito e un gusto più pieno e caramellato rispetto alla media. A tutto ciò si è aggiunta l’impressione che nascondesse qualche tono leggermente “caldo” e speziato di lievito. Forse poco dissetante ma molto “solida”.
Oettinger HefeWeißbier
Argh, una weiss in lattina! Ebbene si. Forse quella delle birre di frumento tedesche è la schiera di etichette tra cui c’è meno differenza sul prezzo finale ( tutte bene o male oscillano tra 0,85 e 1,2 € per una bottiglia da mezzo litro dalle mie parti ) quindi vederne una palesemente fuori dal coro mi ha incuriosito. Non chiedetemi il prezzo preciso, non lo ricordo ma era piuttosto basso.. qualcosa come 40 o 50 cents per la lattina. Curiosità + velato masochismo hanno unito le forze e quindi ecco che compare sul blog. Però non era cattiva come era facile aspettarsi. Ok, era beverina, poco carbonata e con un finale leggermente asprigno… ma il lavoro del lievito si sentiva parecchio ( i canonici banana + chiodi di garofano, per gli amici rispettivamente acetato di isoamile e vinil guaiacolo… tanto per far finta di saperla lunga ) e faceva una schiuma bella compatta. D’estate, contro la sete… “perchè no” ecco.
HB Munchner Weisse
Beh, qui altro che nome famoso.. famosissimo direi. Anzi vi dirò di più: sapendo che molto indietro nel tempo la Hofbrauhaus vicinissima alla piazza il monopolio sulla produzione di questo tipo di birre su Monaco e tutta la Baviera mi sono detto “Allora la sapranno fare una weisse”… e infatti è stata una conferma. Forse la mancanza di effetti speciali potrebbe spiazzare ma la immagino che il rispetto della tradizione sia proprio lì: corposa, dolce, bananosa e leggermente citrica nel finale. Niente di più e niente di meno.
Konig Ludwig Weissbier Hell
E per finire un’altro primo incontro, quello con una Konig Ludwig. Non chiedetemi perchè ma questo nome l’avevo già sentito qua e là e mi ero fatto l’idea di un marchio importante. Non ho idea delle origini di questa “brauerei” ma il risultato non mi è dispiaciuto. Pur una entrata in scena non delle migliori, con un color arancio scarico opaco abbastanza triste e una schiuma con bolle grosse, si è rifatta con un naso fruttato molto intenso e un gusto pieno rimanendo piuttosto beverina. Un finale leggermente pepato e di frutta bianca completano l’opera. Da ritrovare.
Questa cosa delle weiss sta cominciando ad assumere proporzioni interessanti, eh. Sarà uno stile sottovalutato ma di etichette ce ne sono parecchie… e come immaginavo non sono affatto tutte uguali
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