Siamo ufficialmente nel periodo freddo quindi è piu che lecito andare in cerca di birre di un certo “tenore”. Dopo le Aventinus di qualche post fa, ho trovato, preso e assaggiato altre due birre piuttosto famose e adatte a “scaldare” le fredde serate di fronte al caminetto ( o piu realisticamente, il premio di fine giornata prima della buona notte ). Si tratta di due prodotti del birrificio austriaco Eggenber, entrambi esponenti dello stile delle doppelbock.
Breve momento di cultura birraria: Le Doppelbock sono una particolare versione dello stile tedesco a bassa fermentazione Bock. Si tratta di birre molto ricche, spesso caratterizzate da un intenso sapore (dolce) di malto, una leggera tostatura e un amaro poco percepibile. La tradizione vuole che questa forte birra sia stata prodotta originariamente dai monaci (dell’ordine di San Francesco da Paola, da cui Paulaner ) per il proprio sostentamento durante i periodici digiuni rituali in cui l’assunzione di qualsiasi cibo solido era proibito. Dato che ufficialmente la prima doppelbock prese il nome di “Salvator”, i prodotti dello stesso tipo giunti in seguito le resero omaggio aggiungendo ai loro nomi il suffisso “ator”.
Per ulteriori approfondimenti potete dare una occhiata qui e qua per esempio.
Tornando a noi, le due portabandiera della Eggenberg non deludono le aspettative e con un contenuto alcolico di 9,6%ABV per la prima e addirittura 14%ABV per la seconda richiedono un consumo molto attento e “rispettoso”.
La Urbock 23 ( bock “originaria”, 23 sono i gradi Plato ) si presenta di colore dorato scuro e limpido. Pochi secondi dopo averla versatà la schiuma già tende a sparire, per quanto sia davvero fine e di bell’aspetto. Già al naso ho immaginato come il malto fosse ben in evidenza, con una leggera nota alcolica a spalleggiarlo. Come prevedibile il gusto dolce e lo scarso amaro del luppolo non sforano lo stile e il finale caldo insieme alla carbonazione molto lieve aiutano a confermare l’attitudine di “birra da meditazione”
Sicuramente una ottima birra, non c’è che dire, ma personalmente non riesco ancora ad apprezzare la grande “maltosità” di certi prodotti. Ora sparo una perla, quindi prendetela con le molle… ma per intenderci un intenso gusto di malto ricorda il gusto del pomodoro cotto. Per me è un sapore troppo intenso ecco, preferisco quando è “camuffato” da luppoli o speziature.. o semplicemente le birre meno maltose
La Urbock 23 ( bock “originaria”, 23 sono i gradi Plato ) si presenta di colore dorato scuro e limpido. Pochi secondi dopo averla versatà la schiuma già tende a sparire, per quanto sia davvero fine e di bell’aspetto. Già al naso ho immaginato come il malto fosse ben in evidenza, con una leggera nota alcolica a spalleggiarlo. Come prevedibile il gusto dolce e lo scarso amaro del luppolo non sforano lo stile e il finale caldo insieme alla carbonazione molto lieve aiutano a confermare l’attitudine di “birra da meditazione”
Sicuramente una ottima birra, non c’è che dire, ma personalmente non riesco ancora ad apprezzare la grande “maltosità” di certi prodotti. Ora sparo una perla, quindi prendetela con le molle… ma per intenderci un intenso gusto di malto ricorda il gusto del pomodoro cotto. Per me è un sapore troppo intenso ecco, preferisco quando è “camuffato” da luppoli o speziature.. o semplicemente le birre meno maltose
Si potrebbe pensare quindi che assaggiare laSamichlaus sia quasi un mio gesto masochistico, invece no. Questa birra, dal passato un po’ movimentato, è ritenuta da molti una ottima doppelbock, nonchè birra dalle ottime capacità di invecchiamento. La Samichlaus viene prodotta il 6 dicembre e “subisce” una maturazione di 10 mesi prima di essere immessa sul mercato. Si tratta di una specialità stagionale, che prima faceva parte della gamma della svizzera Hurlimann, poi per qualche tempo scomparsa dal mercato e poi rievocata dalla Eggenberg, attuale proprietaria dei diritti. Bando alle ciance e stappiamo la bottiglia. Questa volta la schiuma non fa nemmeno in tempo a formarsi e rimane solo un leggero strato sopra la birra rosso scuro ( tendente al marrone ). Se riuscite a mettere le mani su una di queste assicuratevi di aprirla a temperatura quasi-ambiente, per non perdervi gli intensi profumi. Tenerla in frigor o anche solo aprirla direttamente a temperatura di cantina ( soprattutto in questa stagione ) potrebbe voler dire privarsi di metà di questa birra. Il naso infatti è molto intenso, ricco con il solito malto in prima fila ma accompagnato da una evidente componente di frutta rossa ( ciliegia? ). Il gusto è altrettanto “potente” e complici l’alto contenuto alcolico, la carbonazione quasi assente e una consistenza quasi oleaosa ogni sorso risulta particolarmente caldo e avvolgente. Lo so, sembra una pubblicità dei “moscierì” ma giuro che è davvero una birra da provare
Bene, cosa aspettate ? Via, via.. a comprare delle doppelbock per l’inverno!
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