domenica 19 dicembre 2010

Di Raters, Beer Tickers e quel che sta nel mezzo

Vengo a sapere tramite il blog di Knut Albert dell’uscita di un nuovo lungometraggio sul mondo della birra. Dove questo debba uscire ancora non si sa, ma quel che è certo è che si tratta di un documentario.
Più precisamente Phil Parkin, il regista, ha deciso di seguire quattro accaniti appassionati birrofili inglesi nei loro spostamenti di pub in pub, da un festival all’altro. Non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che questo progetto ha il chiaro scopo di documentare e spiegare la pratica del “Beer Ticking” o Scooping, ossia l’intento di cercare, scovare, assaggiare e segnare il maggior numero di birre possibile.
Chiaramente questo hobby meriterebbe una spiegazione in più, dato che i Beer Tickers ( appunto il titolo del documentario, guardatevi il trailer ) prendono la cosa molto sul serio.  Il sig. Brian Moore per esempio, dopo una carriera trentennale come ticker ha raggiunto l’incredibile numero di 38.000 birre sui suoi taccuini ( si, trentottomila ) e non credo proprio abbia intenzione di fermarsi. Se pensiamo che poi molti di questi appassionati “operano” quasi esclusivamente in suolo brittannico beh, bisogna ammettere che sono risultati ragguardevoli ! A dirla tutta, nel grande panorama birrario mondiale, spesso la dedizione al puro incremento  numerico delle birre assaggiate viene visto come un atteggiamento negativo ( in quanto si dà per scontato che non ci sia il tempo nè il modo di godersi la birra che si sta bevendo ).
Inoltre,  anche nel caso di un consumo più moderato ma eccessivamente critico in termini di canoni stilistici e caratteristiche tecniche si rischia di passare dalla parte del torto.  Solitamente questa pignoleria analitica porta a guadagnarsi l’appellativo, inteso come dispregiativo, di “rater“. Anche in questo caso ci si immagina che chi ha sempre qualcosa da ridire su una birra non sarà mai capace di godersene una ( e magari nemmeno di sfruttare il carattere “socializzante” della bevanda ). Se non sbaglio questa definizione deriva da community birrarie comeRatebeer e BeerAdvocate che permettono agli utenti di tenere traccia delle birre assaggiate lasciando una propria opinione su ogni prodotto e assegnando quindi un punteggio ( rating ). In particolare Ratebeer è nato in Danimarca, paese in cui gli appassionati hanno quasi tutti in comune un approccio molto tecnico e critico nei confronti dei prodotti, arrivando  a valutare 4-5-6000 birre all’anno. Questo fenomeno si è guadagnato una cattiva reputazione anche perchè, pare, le oscillazioni delle classifiche di gradimento su questi siti di riferimento hanno ( e hanno avuto ) importanti ripercussioni anche sul mercato e non sempre i giudizi popolari raccolti sul portale erano poi tanto corretti/autorevoli/giustificati. Così ora se sentite l’espressione “raters danesi” sapete di cosa si sta parlando ;)
E io, dove mi piazzo in tutto ciò ? Beh, direi che avendo appena intrapreso l’esplorazione del mondo birrario sono decisamente curioso e assaggio tutto quello che riesco a reperire, ma sicuramente non lo faccio per stabilire record o guadagnarmi la fama di “ago della bilancia” del mercato :P
Ammetto che all’inizio di questa passione ( e di questo blog ;) ), mi sono lanciato con troppa sicurezza “alla conquista della prossima pinta”, seminando lungo la strada giudizi ed opinioni troppo “secchi” e che comunque non ero in grado di dare. Dopo essermi letto un po’ tutte le risorse disponibili in rete e qualche libro, dopo aver conosciuto la concezione della bevanda di un paio di birrai e confrontandola con quella dei miei conoscenti ero sicuro di essere abbastanza preparato per “dire la mia”.In un certo senso questo è vero. Su, ammettiamolo, il “bevitore di birra” medio conoscerà forse una decina di birre ( quelle reperibili nella sua città ) e contando anche quelle bevute una volta sola forse arriviamo a venti o trenta. Prendete invece un appassionato qualunque che però abbia approfondito un po’ di più la sua cultura ed ampliato la sua esperienza di degustazione e il numero salirà subito ad almeno 100 o 200. Se ci pensate sono già grandi numeri ( “per essere birre”! ).
Come si suol dire però, “non si finisce mai di imparare” ed infatti quella che secondo noi è una buona birra oggi, magari non lo sarà fra qualche mese, dopo l’assaggio di altri prodotti. Senza contare l’evoluzione dei gusti personali nel tempo e la ridefinizione delle scale di valori ( “questa birra è la più… che abbia assaggiato..” ).
E voi ? Come alimentate la vostra curiosità birraria ? Frequentate tutti i luoghi che possono offrire una nuova birra ogni weekend oppure mettete le radici nel vostro pub di fiducia e provate occasionalmente la nuova “birra del mese” ? Cassa di Moretti per tutto il mese o due o tre new entry la settimana ?
PS: Io comunque aspetto l’uscita di Beertickers :P

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