Usciamo dal silenzio stampa delle feste e primi giorni dell’anno per toglierci di dosso un po’ di polvere. Non avrò aggiornato a dovere il blog ma questo non significa che non ci siano stati assaggi interessanti… o addirittura memorabili Dato il periodo, si è trattato più che altro di birre invernali ( o comunque non esattamente leggerine.. ). E poi ci sono state addirittura un paio di cotte fatte in casa ( all grain!! ), qualche nuova conoscenza, progetti futuri… beh insomma nei prossimi giorni vi spiegherò tutto Ora vi aggiorno un po’ su alcuni dei miei più preziosi assaggi durante le feste…
Bosteels Tripel Karmeliet
Anche se sul sito compare adesso… poco dopol’apprezzatissimo dono dei calici dedicati a questa birra è arrivata anche una bottiglia ( grazie Gio ) e quindi non ho perso tempo e ho creato subito l’accoppiata vincente Probabilmente questa tripel è una vecchia conoscenza anche per voi, essendo una tra le più particolari in circolazione. La scelta di usare tre diversi cereali ( orzo, frumento e avena ) infatti le permette di differenziarsi dagli altri prodotti del genere. Due fredde parole sull’aspetto: è di un accesissimo arancio carico e velato, con una bellissima schiuma compatta e molto persistente. Due parole molto meno fredde sull’assaggio: la TK è sempre un gran piacere, ricca sia al naso che in bocca. Frutti gialli, agrumi e vaniglia quando l’annusi e morbidissima, dolce e leggermente “lievitosa” quando la bevi. Il luppolo fa una breve apparizione all’inizio ma è lì più da aroma che da amaro. Per la cronaca è prodotta dalla Bosteels ( gli stessi della Deus ), riferementata in bottiglia ( occhio al lievito ) e segna un rispettabile 8,4% ABV. ( Si, il “TK” dà un tocco di slang da ‘gggiovani che non centra nulla, ma “ci piace ricordarla così” ).
Flying Dog Gonzo Imperial Porter
Questa invece è stata un primo incontro, molto gradito. A parte il fatto che come l’Inghilterra, gli Stati Uniti sono una zona birraria di cui ignoro profondamente la produzione, questa deve essere stata forse la prima o seconda artigianale Ammèrigana che ho assaggiato. Se questo fosse solo l’inizio, alla faccia. Una porter nerissima, decisa e irremovibile dal suo tostato cioccolatoso e il finale ben luppolato. La schiuma pannosa “color cappuccino” e la leggera nota vinosa però vanno leggermente controcorrente e tentano chi sta seduto di fronte. Un sorso dopo l’altro, e un altro, e un altro… pericolosissima
Stille Nacht 2009
La natalizia dei “Birrai Matti” non ha bisogno di presentazione. Tra l’altro sono arrivato tardi, ormai in rete trovate decine di testimonianze estusiate del “post-Stille”. Certo, devono piacervi le birre intense, importanti ( qui ci sono 12%ABV ), ma se anche solo provate a berne una dell’anno corrente ( come ho fatto io, senza aspettare che invecchiasse ) vi accorgerete di cosa vuol dire fare una birra “potente” non banale. E soprattutto non cafona, neanche un po’. È troppo facile fare una birra da millemila gradi tutti sbattuti in faccia. Più difficile invece realizzare la Stille Nacht, bilanciata magnificamente tra il caramello del malto e il taglio finale del luppolo. Come è facile intuire, è una birra intensissima, e altro che “da meditazione”. Molto corposa ( nonostante ci sia di mezzo la fermentazione, si dice sia la birra belga che nasce con la maggior densità del mosto, e direi che si sente ), ricorda anche un leggero gusto agrumato e di zucchero candito. Per rimarcare il concetto, date una occhiata anche a cosa dicono di questa birra Andrea, Harvey,Lorenzo e il mio omonimo Luca. Spread the luv.
Struise Ts’jeeses Reserva
Questa è stata davvero una chicca, una bottiglia che forse non mi capiterà più di assaggiare. Il piccolo birrificio artigianale Struise produce una birra natalizia chiamata appunto Ts’jeeses ( Cheeses ? Jesus ? Chissà..). Già si tratta di una produzione relativamente limitata… poi questi signori hanno pensato bene di prendere parte di questa birra e lasciarla maturare ulteriormente in botti di rovere per almeno sei mesi. Credo che per forza di cose la birra finita esca sul mercato l’anno seguente, con l’aggiunta del termine “Reserva” sull’etichetta che sembra essere disegnata con Paint (attendo conferme). Ed eccola qui, Color arancio “spento” e velata, mi ha messo subito sotto il naso la sua “legnosità” dovuta all’affinamento in botte, con l’aggiunta di una leggera nota vinosa. Probabilmente non detronizzerà mai la Stille Nacht ma accidenti se è pericolosa questa birra. Morbidissima e corposa ha una finale lungo che mi ha ricordato la liquerizia ( pur non sembrandomi speziata nel complesso, a parte un leggero pepato ). A dispetto dei suoi 10%ABV è veramente facile e beverina, sicuramente un ottimo winter warmer come si suol dire. Sarei curioso di riassaggiarla a fianco della versione “regolare” che non è passata per il legno, ma per ora mi sono fatto una idea grazie all’assaggio di Patrick
Queste non sono state le uniche birre assaggiate durante le feste, ma ci sarà modo di parlare anche delle altre nei prossimi giorni
Intanto vorrei sapere, per farmi un po’ i fatti vostri… voi cosa avete bevuto di buono o buonissimo durante questo inverno ?
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